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Una contaminazione microbica? Quali soluzioni abbiamo?

Una contaminazione microbica? Quali soluzioni abbiamo?

 

Esistono diverse soluzioni per eliminare un problema di #contaminazione microbica

1️⃣ Chimica
Al di là dei divieti normativi, c’è un consenso per non adottare questa soluzione. Come l’#etilenossido presente in molti prodotti di #sesamo #psillio provenienti dall’India.

2️⃣ Ionizzazione
È una tecnologia efficace e in Francia è consentita solo per un elenco di prodotti. Se questi prodotti non rientrano nell’elenco, non possono essere lavorati. Le spezie possono esserlo, ma in questo caso deve essere indicato sull’etichetta finale “trattato con radiazioni ionizzanti”. A causa di questo obbligo normativo, non ci sono quasi prodotti trattati con questa tecnologia!

3️⃣ Onde
Il principio delle onde che agitano le molecole d’acqua nel prodotto è interessante, ma in pratica non è efficace con i prodotti a bassa umidità. L’umidità di un prodotto secco non è uniforme, quindi il prodotto si surriscalda in alcuni punti e non abbastanza in altri.

4️⃣ Alta pressione
L’alta pressione, o meglio l’altissima pressione, è una tecnologia che si sta sviluppando, ma non è adatta ai prodotti a bassa umidità. È difficile far passare questa pressione su questo tipo di prodotti secchi, mentre funziona bene sui prodotti liquidi o sui crostacei.

5️⃣ Calore

È la soluzione migliore, ma non lo è comunque…

🌡  Il rapporto temperatura/tempo: la semplice applicazione di un prodotto secco riscaldandolo con aria calda non garantisce una riduzione efficace e omogenea della carica microbica, a meno che non si raggiungano temperature molto elevate che danneggiano il prodotto.
🌡 La soluzione più efficace consiste nell’aggiungere alla coppia tempo/temperatura il controllo della pressione. Il vapore saturo così applicato al prodotto è perfettamente efficace nel ridurre qualsiasi #carica microbica e allo stesso tempo qualsiasi #infestazione (uova, larve, insetti).
🌡 Il vapore saturo, né secco né umido, può essere controllato dalla pressione. A seconda dell’obiettivo di riduzione da raggiungere, con questa tecnica possiamo quindi trattare prodotti tra 85 e 120°C, mentre sarebbe necessario, con il semplice calore secco a pressione ambiente, salire a temperature di 200°C o più per ottenere la stessa riduzione di carico!

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